Le recenti linee guida non raccomandano lo screening di routine per il cancro alla prostata, in parte a causa dei rischi connessi con un sovratrattamento dei tumori clinicamente indolenti.
Uno studio ha determinato la percentuale di pazienti in cui il tumore alla prostata di basso grado è stato gestito con la sorveglianza attiva, invece che con un trattamento immediato.
Sono stati revisionati i dati dei pazienti del Ottawa Regional Prostate Cancer Assessment Clinic con risultati anormali per l'antigene prostatico specifico ( PSA ) o per l’esame della prostata tra il 2008 e il 2013.
Sono stati inclusi i pazienti con cancro di basso grado provato da biopsia ( punteggio Gleason 6 ).
La sorveglianza attiva è stata definita a priori come monitoraggio dei valori di PSA, esplorazione rettale e biopsie ripetute, con un potenziale per il trattamento con intento curativo in caso di progressione della malattia.
Tra i 477 pazienti con cancro di basso grado, la sorveglianza attiva aveva interessato 210 soggetti ( 44.0% ) e la percentuale annua è passata dal 32% ( 11/34 ) nel 2008 al 67% ( 20/30 ) nel 2013.
I fattori associati a un trattamento immediato erano: tumore palpabile, densità di PSA superiore a 0.2 ng/ml2 e più di 2 biopsie positive.
I fattori associati alla sorveglianza attiva erano: età superiore a 70 anni e più elevato indice di comorbidità Charlson.
Tra i 173 uomini che hanno ricevuto un trattamento chirurgico immediato, 103 ( 59.5% ) avevano malattia di più alto grado o in stadio avanzato all’esame patologico finale.
Tra i 210 uomini con sorveglianza attiva, 62 ( 29.5% ) hanno ricevuto il trattamento entro una mediana di 1.3 anni, più comunemente per l’aggravarsi della malattia ( 52, 84% ) sulla base della biopsia di sorveglianza. ( Xagena2016 )
Cristea O et al, CMAJ 2016; Epub ahead of print
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